Opera


Babette's Feast - Il Pranzo di Babette
Racconto breve della scrittrice danese Karen Blixen, scritto inizialmente in inglese e pubblicato nel 1950. 
La stessa Karen Blixen tradurrà il romanzo nella sua lingua madre e proprio un regista danese, Gabriel Axel, scomparso recentemente, girerà la trasposizione cinematrografica del racconto(Babettes gæstebud), aggiudicandosi l'Oscar per il miglior film straniero nel 1987. E stato il primo regista danese a vincere il prestigioso riconoscimento.


La storia si svolge in Norvegia, nella piccola cittadina costiera di Berlevaag. La comunità è stata fondata da un pastore protestante, il “Decano”, padre vedovo di due sorelle: Martina e Filippa. Le due fanciulle, molto devote ed altrettanto avvenenti, vengono corteggiate da due uomini di mondo, esterni alla comunità: il giovane ufficiale Lorens Loewenhielm e l’affermato tenore parigino Achille Papin. Tuttavia, anche alla luce della severa educazione imposta dal Decano, Martina non si sbilancia con l’ufficiale e Filippa interrompe le lezioni di canto con Monsieur Papin perché il coinvolgimento reciproco era diventato troppo forte. Così i due giovani, profondamente turbati, sono costretti ad abbandonare i loro romantici propositi e a tornare, rispettivamente, ai comandi dell’esercito e all’Opera di Parigi.
Dopo molti anni, quando ormai le sorelle sono diventate anziane, giunge a Berlevaag, con una lettera di raccomandazione di Achille Papin, una donna francese, Babette Hersant, eccellente chef del Cafè Anglais e comunarda in fuga da Parigi. Nella città stavano imperversando i tumultuosi scontri di piazza della Comune, in cui Babette aveva perso il marito e il figlio per mano del generale Galliffet, e da cui era riuscita a scappare solo grazie all’aiuto di un nipote, cuoco a bordo di una nave, che le aveva procurato un biglietto di sola andata per la Norvegia. Babette chiede di essere accolta nella casa delle due sorelle come domestica, solo in cambio di vitto e alloggio. Le due sorelle, con qualche esitazione, accettano. Ben presto Babette si integra nella comunità, facendosi benvolere da tutti: dimostra, infatti, tutta la sua umiltà nell’apprendere le abitudini, le usanze e persino la lingua locale. Dopo dodici anni Babette riceve una lettera, in cui le viene comunicato di aver vinto 10.000 franchi. Ogni anno un fedele amico di Parigi rinnovava per Babette il biglietto della lotteria francese e ora il suo numero era finalmente uscito. Babette decide di approfittare della giornata che celebra il centenario della morte del Decano per offrire agli abitanti di Berlevaag una cena sontuosa, come ai tempi d’oro del Café Anglais. Tra gli invitati figura anche Lorens Loewenhielm, che, avendo fatto carriera nell’esercito, nel frattempo è diventato generale. Ed è proprio il generale l’unico invitato a poter illustrare agli altri commensali le delizie preparate da Babette: Blinis Demidoff, brodo di tartaruga, quaglie in sarcofago, frutta fresca, vini pregiati e caffè. Con la vincita Babette avrebbe potuto fare ritorno a casa ma alla fine si scopre che, per offrire la cena, aveva speso l’intera somma vinta alla lotteria. È chiaro che Babette non ha mai avuto intenzione di andarsene, avendo trovato nelle due sorelle e nella comunità di Berlevaag la sua nuova casa.


Ecco il trailer originale del film del 1987, diretto e sceneggiato dal regista danese Gabriel Axel:



Karen Blixen (1885-1962)
Karen Blixen, il cui vero nome era Karen Christence Dinesen, nasce il 17 aprile 1885 a Rungstedlund, in Danimarca. Figlia di un proprietario terriero dedito alla politica (poi morto suicida) vive per lungo tempo nella residenza di campagna, frequentando la “upper-class” di Copenaghen.
Nel 1913 si fidanza con il cugino svedese, il barone Bror von Blixen-Finecke, e insieme a lui decide di partire per l'Africa con l'idea di acquistarvi una fattoria. La vita "civile" non sembrava adatta al carattere ribelle e forse un po' romantico della futura scrittrice.
I due alla fine si sposano a Mombasa nel 1914 e si trasferiscono in una grande piantagione nei pressi di Nairobi. Tuttavia l’idillio è destinato ad avere vita breve, perché già nel 1921 i due decidono di divorziare. Bror lascia l'Africa mentre Karen continua a vivere nella piantagione di caffè, ormai sua ragione di vita, facendola crescere e dirigendola con intelligenza e tenacia per ben diciassette anni.
Ma anche questa laboriosa routine sarà destinata a terminare perché nel 1931, a seguito del crollo del mercato del caffè, Karen Blixen si trova costretta a chiudere l'attività e a tornare alla casa di famiglia, dove si dedica con intensità alla scrittura.
In ricordo degli anni trascorsi in Africa scrive una sorta di diario intimo, considerato il suo capolavoro, il celeberrimo "La mia Africa", titolo che vedrà la luce solo nel 1937. La prima pubblicazione che però la vede affermarsi sul mercato è "Sette storie gotiche", edito in Inghilterra e in America nel 1934.
Malgrado la bruciante nostalgia per il Kenya, nostalgia che ha tutti i caratteri di un vero e proprio "mal d'Africa", la scrittrice passerà il resto dei suoi giorni in Danimarca, peraltro afflitta da una salute malferma e vacillante.
La fine arriva il 7 settembre 1962 quando Karen Blixen ha da poco superato i settantasette anni.
Nonostante sia stata vittima di pettegolezzi, anche relativamente all’originalità dei suoi scritti, per aver spesso scelto di scrivere sotto pseudonimi (Isak Dinesen, Tania Blixen, Pierre Andrézel ecc.), secondo Hemingway la scrittrice danese avrebbe meritato il Nobel per la Letteratura.
Tra le altre opere di Karen Blixen si ricordano: Capricci del destino, Sette storie gotiche, Ultimi racconti, Dagherrotipi, I sognatori e altre storie gotiche, Carnevale e altri racconti postumi, Ehrengard, Ombre sull'erba, Racconti d'inverno, Il matrimonio moderno e I vendicatori angelici.


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